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FORZE BIODINAMICHE

Forze vitali e autoregolazione dell’Organismo – 

chiamate “respiro della vita” che guidano i processi di autoguarigione.

L’Osteopatia Biodinamica si basa sull’ascolto.

L’osteopatia biodinamica è una forma di terapia manuale che si basa sull’ascolto e sulla facilitazione dei ritmi vitali all’interno del corpo. Un’ aspetto fondamentale di questa pratica è la respirazione primaria, un ritmo sottile e ritmico che si manifesta in tutto il corpo e che rappresenta la vitalità e la salute.

Gli Osteopati Biodinamici sostengono che il corpo abbia una saggezza innata e una capacità di autoguarigione.

Attenzione, questo non significa che il corpo può sempre guarire da ogni malattia senza medicine. Autoguarigione è la naturale capacità del nostro corpo di tendere sempre verso il miglior stato di salute possibile in quel momento.

Cos’è la Respirazione Primaria?

La Respirazione Primaria è un aspetto chiave dell’Osteopatia Biodinamica. Si riferisce ai ritmi sottili che si manifestano in tutto il corpo, inclusi il sistema nervoso, i fluidi corporei e i tessuti connettivi. Questi ritmi sono un’espressione della forza vitale che permea tutto il corpo. L’Osteopata Biodinamico ascolta e si sintonizza con questi ritmi utilizzando un tocco molto delicato per percepire le tensioni e le restrizioni presenti nel corpo del paziente. Attraverso la consapevolezza e la facilitazione della respirazione primaria, l’osteopata aiuta il paziente a ristabilire l’equilibrio e la salute.

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Principi dell’Osteopatia BIODINAMICA

L’Osteopatia BIODINAMICA è un approccio che si concentra sulla capacità innata del corpo di autoregolarsi e guarire.

Questo metodo si basa sulle teorie sviluppate dal Dr. William Garner Sutherland, il fondatore dell’osteopatia craniale, ed è stato ulteriormente approfondito da James Jealous.

Forze BIODINAMICHE all’interno dell’organismo:

Forze vitali e autoregolazione – L’organismo possiede forze vitali (chiamate “respiro della vita”) che guidano i processi di autoguarigione.

Approccio non invasivo e dolce – Il trattamento è molto delicato, senza manipolazioni forzate o tecniche invasive.

⁠⁠Ascolto profondo – L’ Osteopata percepisce le micro-movimentazioni dei tessuti e dei fluidi corporei, facilitando il riequilibrio senza imporre correzioni meccaniche.

Relazione tra corpo, mente ed emozioni – L’ Osteopatia BIODINAMICA considera la persona nella sua totalità, integrando aspetti fisici ed emotivi.

A cosa serve?

L’ Osteopatia BIODINAMICA viene utilizzata per trattare un’ampia gamma di disturbi, tra cui:

Dolori muscoloscheletrici (mal di schiena, cervicalgie, lombalgie)

Disturbi del sistema nervoso (stress, ansia, insonnia)

Problemi digestivi (reflusso gastroesofageo, colon irritabile)

Disturbi posturali

Disturbi cranio-sacrali (cefalee, emicranie, tensioni alla mandibola)

Disagi nei neonati (coliche, difficoltà di suzione, disturbi del sonno)

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Test di Posizione Eretta | Protocollo Diagnostico

TECNICHE ENERGIA MUSCOLARE

TEST IN POSIZIONE ERETTA

Test 2 – Osservazione della postura del paziente in posizione eretta (classe 1)

Descrizione: osservazione dell’intero corpo sui 3 piani valutando:

I. Visione posteriore (foto 1)

  1. simmetria spalle e scapole;
  2. presenza di asimmetrie laterali della linea mediospinale;
  3. posizione pelvica (livello creste iliache);
  4. appiattimento/pienezza dei tessuti delle masse paravertebrali;
  5. posizionamento simmetrico dei piedi;
  6. rotazione del tronco (cerniera dorso-lomba-re);
  7. simmetria dei tendini di Achille in relazione ai calcagni;
  8. simmetria sulla posizione degli arti superiori rispetto ai fianchi;
  9. simmetria delle pliche adipose;
  10. simmetrie morfologiche sulla superficie cutanea posteriore (cicatrici, ematomi, ecc.).

II. Visione laterale (foto 2)

  1. esagerazione o inversione delle curve fisiologiche del rachide;
  2. postura corporea in relazione alla linea centrale di gravità;
  3. particolari asimmetrie morfologiche sulla superficie laterale cutanea.

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Protocollo Diagnostico

TECNICHE ENERGIA MUSCOLARE

L’obiettivo dell’osteopata sta nell’interpretare il modo di funzionare di un essere umano sul piano fisico (quindi strutturale e metabolico), mentale e psichico.

Egli ricerca ciò attraverso la valutazione funzionale dell’apparato muscolo-scheletrico, individuando ed interpretando la cosiddetta “disfunzione somatica”.

La valutazione osteopatica, si avvale, dopo accurata anamnesi, dei normali metodi di diagnosi clinica, ma soprattutto di osservazione e palpazione.

Si è detto che la disfunzione somatica, qualunque sia la sede di indagine, viene classificata attraverso tre criteri:

  • simmetria reciproca di parti del sistema muscolo-scheletrico;
  • densità (consistenza) del tessuto testato;
  • ampiezza di movimento di un’articolazione o di un’area di tessuto.

Ogni professionista, seppur seguendo linee comuni, sembra utilizzare un diverso protocollo come processo diagnostico e questo porta alla scelta del tipo di trattamento che riterrà più idoneo.

Come sempre la posizione dell’operatore è fondamentale per una corretta valutazione e deve essere adeguata in rapporto alla posizione e alle caratteristiche morfologiche/cliniche del soggetto esaminato e all’area che si sta valutando.

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APPARATO MUSCOLARE | TRONCO MUSCOLI DEL PERINEO E DEL PAVIMENTO PELVICO

PERINEO (LIMITI)

Sinfisi pubica a

Coccige b

Tuberosità ischiatica c

legamento sacrotuberoso d

Ramo ischiopubico e

Il perineo è la regione sottostante alla cavità pelvica, compresa nello stretto inferiore. È delimitata dalle formazioni (a-e). lI suo pavimento è dato dalla Cute, e la volta del diaframma pelvico, costituito per la maggior parte dal muscolo elevatore dell’ano, il quale forma contemporaneamente anche il pavimento della pelvi. Per ragioni descrittive, la forma a diamante del perineo viene bisecata, da una linea ideale che congiunge le tuberosità ischiatiche, In due triangoli: urogenitale e anale.

TRIANGOLO UROGENITALE f

Ischiocavernoso g

Bulbocavernoso h

Trasverso del perineo i

Diaframma urogenitale j

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APPARATO_SCHELETRICO | ARTO_SUPERIORE

CINTURA TORACICA:* Clavicola (a) e Scapola (b)

OSSO DEL BRACCIO:* Omero (c)

PROIEZIONE ANTERIORE

L’omero è assolutamente instabile nella sua articolazione con la scapola, il che ne consente l’ampia mobilità. Alla lussazione dell’omero si oppone un labbro fibromuscolare che avvolge l’articolazione, è soggetta a rompersi come un puntello; la scapola si frattura raramente essendo piatta e immersa nella muscolatura. L’omero tende a fratturarsi in corrispondenza del centro diafisi, dell’epicondilo mediale e del collo chirurgico.

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TORACE | APPARATO SCHELETRICO

TORACE

STERNO: Manubrio a, Corpo b, Processo xifoideo c

12 COSTE: d, 7 Vere d, 5 False d, (2 Fluttuanti) d1

12 CARTILAGINI COSTALI e

12 VERTEBRE TORACICHE f

lI torace è formato da un complesso di strutture relativamente mobili; è importante per la funzione respiratoria e contiene visceri delicati come il polmone e li cuore. Lo sterno consta di un insieme di ossa che si sono fuse tra loro in corrispondenza del corpo; tra li manubrio e il corpo (angolo sternale) e tra il corpo e li processo xifoideo si trovano articolazioni fibrocartilaginee. Lo sterno è prevalentemente costituito da osso spugnoso, rivestito da un sottile strato di osso compatto; contiene midollo rosso ed è la sede più accessibile per prelevare il tessuto che produce gli elementi del sangue. Le cartilagini costali, che collegano la maggior parte delle coste allo sterno, aumentano l’elasticità del torace. Le prime sette coste (vere) si articolano direttamente con cartilagini proprie; delle rimanenti cinque (false), le prime tre si articolano con la 7a cartilagine costale e le ultime due (fluttuanti) terminano nella muscolatura della parete addominale.

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VERTEBRE E COLONNA VERTEBRALE

7 Cervicali a

Il segmento flessibile, formato dalle vertebre cervicali, sostiene il cranio e forma lo scheletro del collo; presenta la sua curvatura quando la testa è eretta. La 1a e la 2a vertebra cervicale posseggono caratteristiche proprie, così pure la 7a che si contraddistingue per la prominenza del processo spinoso. I fori nei processi trasversi delle vertebre C1-C6 danno passaggio alle arterie vertebrali destinate alla base dell’encefalo. La serie dei fori vertebrali forma li canale per li midollo spinale.

12 Toraciche b

lI segmento relativamente rigido formato dalle vertebre toraciche e le 24 coste con cui si articola formano lo scheletro del torace. La sua prominente curvatura si sviluppa nella vita fetale. Le vertebre toraciche sono caratterizzate da processi spinosi lunghi e sottili, dai corpi a forma di cuore e dalle faccette articolari per le coste.

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OSSA DEL CRANIO | APPARATO SCHELETRICO

Le ossa del cranio sono congiunte mediante articolazioni immobili, suture, ad eccezione dell’articolazione condiloidea temporo-mandibolare. Le ossa craniche comprendono le ossa piatte che contribuiscono alla formazione della volta cranica. Le ossa faciali, irregolari e spigolose, formano lo scheletro della faccia. Si noti come l’orbita sia costituita da 7 ossa (la parte formata dal palatino non è visibile). Lo scheletro del naso è per al maggior parte cartilagineo.

FACIALI 14 :                                      CRANICHE 8 :

Nasale 2g                                                  Occipitale 1a

Vomere 1n                                                 Parietale 2b

Lacrimale 2i                                              Frontale 1c

Zigomatico 2j                                          Temporale 2d 

Palatino 2k                                               Etmoide 1e

Mascella 2L                                             Sfenoide 1f

Mandibola 1m

Conca nasale inferiore 2n

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APPARATO SCHELETRICO

CLASSIFICAZIONE SCHELETRO ASSILE e APPENDICOLARE

SCHELETRO ASSILE | a |

Lo scheletro assile costituisce la principale struttura di sostegno del corpo essendo disposto lungo li suo asse longitudinale mediano. Comprende il cranio, le vertebre, lo sterno, le coste e l’osso joide. Questa parte dello scheletro è molto più rigida dello

SCHELETRO APPENDICOLARE | b |

Le ossa dello scheletro appendicolare conferiscono agli arti superiori ed inferiori un sostegno al quanto mobile in quasi tutte le direzioni. Lo scheletro appendicolare comprende le cinture toracica e pelvica, le ossa del braccio, avambraccio, polso e mano, e della coscia, gamba e piede. Le fratture e le lussazioni sono più frequenti nello scheletro appendicolare ma più gravi nello scheletro assile.

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