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Tag: muscoli

Controllo della funzione muscolare | Test di Posizione Eretta | 2°PARTE

TECNICHE ENERGIA MUSCOLARE

TEST IN POSIZIONE ERETTA

Test 8. Test di traslazione laterale passiva del bacino con paziente in piedi (classe 2) (foto 12)

Descrizione: l’esaminatore induce un movimento traslatorio verso destra e verso sinistra sul bacino del paziente spostando il corpo da un lato e dall’altro della linea centrale, con i piedi in appoggio.

Note: si possono comparare solo le forze iniziali richieste per muovere il paziente sui 2 lati a partire dalla posizione neutra; oppure si può valutare ampiezza e fine corsa del movimento.

Test 9. Test di rotazione passiva del bacino del paziente in posizione eretta (classe 2) (foto 13)

Descrizione: indurre rotazione passiva del tronco a dx/sx tramite spinta sulle anche, valutando se è ridotta o aumentata e se vi è dolore unilaterale o bilaterale al movimento.

Test 10. Test di flessione rachidea a partire dalla posizione eretta o TFE (classe 2) (foto 14)

Descrizione: l’operatore chiede al paziente di effettuare una flessione generale del rachide tenendo le ginocchia estese.

Valutare: Qualità e quantità di movimento

  • sensazione palpatoria della resistenza al movimento;
  • comparazione palpatoria e visiva dell’escursione di movimento antera-superiore di una SIPS rispetto all’altra e quindi la posizione relativa tra le 2 SIPS nella posizione eretta e al termine della flessione;
  • presenza di aree paravertebrali di particolare piattezza o di particolare ipertrofia registrabili visivamente o alla palpazione;
  • presenza di particolari curvature lombari o toraciche e nel caso identificazione dei loro apici;
  • simmetria tra le ginocchia.

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Controllo della funzione muscolare | Test di Posizione Eretta

TECNICHE ENERGIA MUSCOLARE

TEST IN POSIZIONE ERETTA

Test 3 – Valutazione osservazionale e palpatoria degli archi plantari con paziente in piedi {classe 1-4) (foto 4)

Descrizione: osservazione e palpazione degli archi plantari per evidenziare deviazione o asimmetria nell’altezza dell’arco (a) o sul tono del tessuto (6):

Note: questo test può essere esteso ad un punto di riferimento di prova strumentale (es. podoscopio).

Test 4 – Valutazione palpatoria degli arti inferiori con paziente in piedi {classe 4)

Descrizione: valutazione palpatoria della asimmetrie gamba sx/ dx su:

  1. tensione superficiale;
  2. massa, dimensione, forma e consistenza;
  3. eventuale presenza di edemi;
  4. dimensione della struttura muscolare e tono;
  5. dolorabilità alla pressione.

Test 5 – Squat test {classe 2) {foto 5)

Descrizione: si chiede al paziente di accosciarsi tenendo i talloni a terra controbilanciando il corpo con gli arti superiori stesi avanti o abbraccianti le ginocchia. La ricerca di asimmetria nel confronto fra i 2 lati permette di effettuare un test rapido sui 3 distretti articolari dell’arto inferiore individuando il lato disfunzionale (classe 1) e focalizzando l’ attenzione su un particolare distretto (classe 2).

Test 6 – Palpazione della schiena del paziente in piedi {classe 1-4)

Descrizione: valutazione palpatoria di asimmetrie e differenze regionali in rapporto a:

  • temperatura cutanea;
  • struttura, umidità e resistenza della cute;
  • struttura e profilo (asimmetrie della superficie, depressioni o masse);
  • dimensione, massa, solidità e tono muscolare;
  • risposta o resistenza dei tessuti molli alla palpazione (compresi tensione, tono e turgidità);
  • risposta di arrossamento al test di striscio della cute.

Note: questo test permette di valutare specificatamente il tessuto (classe 4) ma può anche essere utilizzato come test rapido di impressione generale.

Test 7 – Valutazione dei principali reperi con paziente in piedi {classe 3)

Descrizione: definizione palpatoria dei reperì ossei comparandone i livelli di simmetria, nei seguenti punti:

  • trocanteri (foto 6);
  • creste iliache (foto 7);
  • SIPS (foto 8);
  • angolo inferiore della scapola (foto 9);
  • altezza delle spalle (foto 10);
  • altezza dei lobi delle orecchie (foto 11).

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Test di Posizione Eretta | Protocollo Diagnostico

TECNICHE ENERGIA MUSCOLARE

TEST IN POSIZIONE ERETTA

Test 2 – Osservazione della postura del paziente in posizione eretta (classe 1)

Descrizione: osservazione dell’intero corpo sui 3 piani valutando:

I. Visione posteriore (foto 1)

  1. simmetria spalle e scapole;
  2. presenza di asimmetrie laterali della linea mediospinale;
  3. posizione pelvica (livello creste iliache);
  4. appiattimento/pienezza dei tessuti delle masse paravertebrali;
  5. posizionamento simmetrico dei piedi;
  6. rotazione del tronco (cerniera dorso-lomba-re);
  7. simmetria dei tendini di Achille in relazione ai calcagni;
  8. simmetria sulla posizione degli arti superiori rispetto ai fianchi;
  9. simmetria delle pliche adipose;
  10. simmetrie morfologiche sulla superficie cutanea posteriore (cicatrici, ematomi, ecc.).

II. Visione laterale (foto 2)

  1. esagerazione o inversione delle curve fisiologiche del rachide;
  2. postura corporea in relazione alla linea centrale di gravità;
  3. particolari asimmetrie morfologiche sulla superficie laterale cutanea.

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Protocollo Diagnostico

TECNICHE ENERGIA MUSCOLARE

L’obiettivo dell’osteopata sta nell’interpretare il modo di funzionare di un essere umano sul piano fisico (quindi strutturale e metabolico), mentale e psichico.

Egli ricerca ciò attraverso la valutazione funzionale dell’apparato muscolo-scheletrico, individuando ed interpretando la cosiddetta “disfunzione somatica”.

La valutazione osteopatica, si avvale, dopo accurata anamnesi, dei normali metodi di diagnosi clinica, ma soprattutto di osservazione e palpazione.

Si è detto che la disfunzione somatica, qualunque sia la sede di indagine, viene classificata attraverso tre criteri:

  • simmetria reciproca di parti del sistema muscolo-scheletrico;
  • densità (consistenza) del tessuto testato;
  • ampiezza di movimento di un’articolazione o di un’area di tessuto.

Ogni professionista, seppur seguendo linee comuni, sembra utilizzare un diverso protocollo come processo diagnostico e questo porta alla scelta del tipo di trattamento che riterrà più idoneo.

Come sempre la posizione dell’operatore è fondamentale per una corretta valutazione e deve essere adeguata in rapporto alla posizione e alle caratteristiche morfologiche/cliniche del soggetto esaminato e all’area che si sta valutando.

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APPARATO SCHELETRICO | Sede e Rapporti

La maggior parte della Massa Corporea è costituita da tessuto connettivo nelle sue svariate Forme:

fibroso, cartilagineo, osseo, adiposo, ecc. Il costituente fondamentale di questi tessuti è la fibra, una proteina secreta sotto forma di filamenti dalle cellule.

Sono proprio queste fibre, denominate collagene, che legano assieme le varie parti del corpo integrandole in una costruzione unitaria. Per esempio nell’avambraccio o nella gamba le ossa che ne formano il supporto principale sono quasi completamente rivestite da  una formazione fibrosa, Il Periostio, che si continua con la fascia profonda la quale è, a sua volta, una sottile guaina fibrosa che avvolge li muscolo scheletrico per contenerlo e fissare i vasi sanguiferi e i nervi in transito.

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COLORARE L’ANATOMIA

1. Colorare i quattro piani del corpo con colori tenui.
2. Colorare le direzioni anatomiche (frecce) con colori brillanti o scuri in modo da metterle in risalto.
3. Il corpo non deve essere colorato.
 

Il corpo umano affascina quasi tutti, ma solo pochi hanno l’occasione di studiarlo. Lo scopo di questo (primo e poi a seguire) articolo è, per l’appunto, di offrire quella possibilità con il minimo sforzo mnemonico ed il massimo appagamento personale. L’apprendimento attivo viene stimolato attraverso la colorazione di tavole ordinate secondo gli apparati del corpo. Prima di iniziare a colorare è indispensabile studiare le “Istruzioni molto importanti”, che riguardano “l’Introduzione all’anatomia macroscopica” e “l’Organizzazione del corpo” prima di passare oltre.

TAVOLA 1

  1. Colorare i quattro piani del corpo con colori tenui.
  2. Colorare le direzioni anatomiche (frecce) con colori brillanti o scuri in modo da metterle in risalto.
  3. Il corpo non deve essere colorato.

TERMINOLOGIA

Per descrivere la sede, i rapporti e l’orientamento delle diverse parti del corpo umano si è via via stabilita una serie di termini precisi e di piani.

  • Onde evitare confusioni, la terminologia deve sempre fare riferimento alla posizione anatomica standard: stazione eretta, con il palmo delle mani rivolto in avanti.

I piani sono linee fisse di riferimento lungo le quali il corpo viene spesso diviso (sezionato) per facilitarne l’osservazione della struttura. Studiando e una regione secondo i tre piani di riferimento, sagittale, trasversale e frontale,se ne può ottenere una prospettiva tridimensionale.

I termini posizione e direzione indicano la sede di un organo rispetto ad un altro, di solito in relazione ad uno dei tre piani principali del corpo.

PIANI DEL CORPO MEDIANO (a)

Il piano passante per la linea mediana che divide il corpo in due metà simmetriche, destra e sinistra.

SAGITTALE (b)

Il piano parallelo al piano mediano che divide il corpo in due parti disuguali (asimmetriche), destra e sinistra. I termini mediale e laterale si riferiscono a questo piano.

FRONTALE o CORONALE (c)

Il piano che divide il corpo in due metà asimmetriche, ventrale e dorsale. I termini anteriore e posteriore si riferiscono a questo piano.

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Rotazione Passiva omolaterale in estensione

Inclinazione laterale verso sinistra con rotazione omolaterale in estensione (congiungente, C2-T3)

Rotazione attiva

Il paziente ruota attivamente la testa il più possibile in direzione dell’estensione, con inclinazione laterale e rotazione verso sinistra.

Presa manuale

Il terapista è in piedi lateralmente rispetto al paziente. Con una mano blocca posteriormente la spalla sinistra del paziente. Con l’altra mano si appoggia lateralmente all’osso occipitale, davanti all’asse motorio. Il terapista trattiene la testa da sinistra e la porta verso la propria spalla.

Inclinazione laterale verso destra con rotazione omolaterale in estensione (congiungente, C2-T3)

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Rotazione Passiva con RANGE di movimento aumentato  

Disturbi irradianti avvertiti nel braccio impegnato nella rotazione possono indicare la presenza di un disturbo motorio a livello delle strutture neurali. In tal caso, al di sopra del gomito o dell’articolazione della mano è possibile differenziare tra cause neurali e cause muscolari.

Rotazione Passiva con range di movimento aumentato

Dopo aver fatto rilassare il paziente il terapista ne mobilizza la testa con una rotazione passiva a range di movimento aumentato verso la massima flessione, con inclinazione laterale e rotazione verso sinistra.

Rotazione passiva

Con una rotazione passiva il terapista mobilizza la testa dalla posizione mediana alla posizione di massima flessione, con inclinazione laterale e rotazione verso sinistra.

Analogamente, alla regione delle articolazioni della testa è possibile applicare i movimenti di flessione ed estensione con inclinazione laterale e di rotazione controlaterale.

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 Movimenti Angolari Attivi e Passivi

Flessione (Co-T3)

Rotazione attiva

Il paziente ruota attivamente la testa il più possibile in direzione della flessione. 

Presa manuale 

Il terapista blocca l’Acromion della spalla del paziente da lui stesso girata. Cinge posterolateralmente l’osso occipitale, così da posizionare il margine del mignolo circa all’altezza della base del cranio. Inoltre il terapista blocca con il proprio corpo la spalla del paziente rivolta verso di sé.

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 Palpazione delle Relative Parti Molli


 Segmento cervicale della colonna vertebrale
TERAPIA MANUALE ISBN 978-88-7051-356-l

Muscoli della cintura pettorale e muscoli della nuca superficiali

Muscolo trapezio, parte ascendente

Il terapista afferra il muscolo trapezio tra pollice e dita. Il muscolo viene prima rilassato, se necessario attraverso il sollevamento passivo della cintura pettorale. Nella regio­ne mediale viene apprezzato alla palpazione anche il mu­scolo elevatore della scapola.

Muscolo sternocleidomastoideo

Il decorso del muscolo sternocleidomastoideo è apprez­zabile al tatto dal processo mastoideo al manubrio dello sterno. Se necessario, la palpazione può essere semplificata qualora il paziente estenda isometricamente il SCCV, con­trastando la resistenza opposta dal terapista in inclinazio­ne laterale sul lato da palpare, e in rotazione controlate­ralmente.

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