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Dolore Muscolare _ Diagnosi & Terapia, PUNTI TRIGGER

Janet G.Travell, David G.Simons _ Dolore Muscolare _ Diagnosi & Terapia, PUNTI TRIGGER

Premesse e regole fondamentali

Importanza

Il muscolo volontario (scheletrico) è l’organo più grande del corpo umano e conta per il 40% o anche più del peso corporeo. Il numero dei muscoli che possono essere contati nel corpo umano, dipende dal grado di suddivisione che viene utilizzato per aiutare un dato muscolo e dal numero dei muscoli considerati.

Bardeen riferendosi alla Basle Nomina Anatomica, elenca 347 muscoli pari e 2 impari, per un totale di 696 muscoli. Non contando i capi, i ventri e le altre parti dei muscoli, la Nomina Anatomica citata dal Comitato Internazionale della Nomenclatura Anatomica in base alla Convenzione di Berna elenca 200 muscoli pari, per un totale di 400 muscoli. In ogni singolo muscolo possono svilupparsi punti trigger miofasciali (PT), che possono proiettare il dolore e altri sintomi molto disturbanti solitamente a distanza. Ciò nonostante, i muscoli ricevono poca attenzione nell’insegnamento moderno delle Facoltà di Medicina e nei libri di testo medici. Questi testi/articoli descrivono una patologia, trascurata benchè di primaria importanza, del più diffuso organo del corpo, causa di dolore e di disfunzione. I tessuti muscolari contrattili sono estremamente soggetti al logorio dell’attività quotidiana, ma solitamente i medici concentrano la loro attenzione su ossa, articolazioni, borse e nervi.

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Muscoli Masticatori Introduzione

Aree schematizzate nella regione della testa e del collo verso le quali può essere riferito il dolore a partenze dei punti trigger miofasciali. Vedi elenco dei muscoli che riferiscono il dolore a ciascuna di queste aree.

Una Guida del Dolore per le Affezioni Muscolari, in modo da aiutare il lettore a determinare quale muscolo vada esaminato, in base alla localizzazione del dolore del paziente. 

GUIDA DEL DOLORE NELLE AFFEZIONI MUSCOLARI

Questa guida elenca i muscoli che possono proiettare il dolore ad aree specifiche della testa e del collo, come si può vedere nelle FIG. allegate. Tale figura va usata dopo aver localizzato la zona dove il paziente ha il dolore. Sotto il nome di quella zona, nella guida del dolore sono elencati i muscoli che possono proiettare dolore a tale area anatomica. PT indica il punto trigger (punto grilletto).

I muscoli segnati in carattere grassetto sono quelli che hanno un’alta probabilità di proiettare una distribuzione essenziale del dolore verso quell’area. Il carattere tipografico normale identifica quei muscoli che possono proiettare a tali regioni una distribuzione del dolore “riversato”.

I muscoli sono elencati in modo tale che, secondo la nostra esperienza, il muscolo a capo della lista è più frequentemente una causa del dolore di quell’area. Comunque, il tipo di professione svolta dall’esaminatore influenza la selezione dei pazienti e, quindi, influenza anche la frequenza dei muscoli più spesso coinvolti.

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Trigger Agonisti e Antagonisti

AGONISTI

Muscoli, o parti di muscoli, così connessi anatomicamente che, quando si contraggono, sviluppano forze che si rinforzano reciprocamente.

AMPIEZZA DEL MOVIMENTO ATTIVO

Ampiezza del movimento (solitamente espressa in gradi) di una struttura anatomica, a livello di un’articolazione, quando il movimento viene prodotto solo dallo sforzo volontario della parte del corpo in esame.

AMPIEZZA DEL MOVIMENTO PASSIVO

Ampiezza del movimento (solitamente valutato su un dato piano spaziale) di una parte anatomica di un’articolazione, quando il movimento venga prodotto da una forza esterna, senza assistenza né resistenza volontaria da parte del soggetto. Il soggetto deve rilassare i muscoli che incrociano l’articolazione.

ANTAGONISTI

Muscoli, o parti di muscoli, così connessi anatomicamente tali che, con connessioni anatomiche tali che, quando si contraggono, sviluppano forze opposte.

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Recettori dello STRESS della MANO

Kinesiologia Applicata 
FLOWCHART  MANUAL _ David Leaf 

Definizione

Trattasi di zone riflesse che “inibiscono” i muscoli. Si trovano sulla superficie di entrambe le mani; la mano destra controlla i muscoli del lato destro del corpo, quella sinistra il lato sinistro.

Procedimento

Si può eseguire la localizzazione terapeutica di queste zone usando come parametro qualsiasi muscolo forte. Se eseguite il test partendo da un muscolo debole, esercitate una pressione da 1,3 e 1,8 kg. sulla zona riflessa in senso lineare e verificare se il muscolo si rafforza.

Per il trattamento determinate qual’è la direzione che provoca l’indebolimento muscolare e quale la fase di respirazione che annulla la debolezza. Ripetete la procedura per 4–5 respirazioni.

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Liquido CerebroSpinale

Kinesiologia Applicata 
FLOWCHART  MANUAL _ David Leaf

Storia

All’inizio del secolo un Osteopata, Sutherland, intraprese uno studio, che continuò fino alla sua morte, sui movimenti respiratori del cranio. Egli scoprì infatti che il cranio si muove con la respirazione. Scorrendo gli archivi, si possono ritrovare numerosi riferimenti sul movimento del cranio e del bacino all’atto dell’inspirazione ed espirazione.

Fisiologia

Il liquido CerebroSpinale viene prodotto da:

  1. Plesso coroideo dei ventricoli cerebrali;
  2. Vasi sanguigni degli strati meningeo ed ependimale delle cavità del liquor;
  3. Vasi sanguigni del cervello e del midollo spinale.

Il liquido CerebroSpinale viene assorbito dalle granulazioni aracnoidali, le quali si proiettano dagli spazi subaracnoidali nei seni venosi del cervello e nelle vene del canale vertebrale.

Il flusso proviene dai ventricoli laterali, verso il terzo ventricolo, il forame di Monroe, l’acquedotto di Silvio, la cisterna magna, il forame di Luschka, il forame di Magendie, gli spazi subaracnoidali e le granulazioni aracnoidali.

Piccole quantità di liquido vengono assorbite di dotti linfatici e nelle vene del canale vertebrale, ma la maggior parte risale la colonna vertebrale per essere poi assorbito dalla volta cranica.

Squilibri nel flusso del liquor possono alterare la funzionalità di qualsiasi muscolo o organo. Per valutare se il paziente richiede un trattamento specifico, chiedetegli di inspirare o espirare mentre eseguite il test per verificare se il muscolo debole si è rafforzato, oppure se un muscolo precedente forte si indebolisce durante una fase specifica di respirazione.

Per portare alla luce questo tipo di lesioni utilizzare i challenge respiratori.

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CHALLENGE VERTEBRALE


Kinesiologia Applicata 
FLOWCHART _ David Leaf 

Definizione

Trattasi di una procedura di test con cui determinare se una vertebra, spinta verso una determinata posizione, può riassumere la sua posizione normale in condizioni di equilibrio.

Per determinare la direzione di Sublussazione di una vertebra.

Utilizzazione

Se la vertebra sublussata viene spinta verso una determinata direzione che riduce la sublussazione ed ivi mantenuta, un muscolo precedentemente indebolito dalla sublussazione stessa si rafforzerà. Quando si rilascia la vertebra, i muscoli intriseci della colonna si contraggono e accentuano temporaneamente la sublussazione della vertebra, provocando l’indebolimento di tutti i muscoli che risultavano precedentemente forti.

Tecnica

Eseguire il test per identificare il muscolo forte. Applicare alla vertebra una pressione variabile in una direzione specifica. Entro 5 secondi ripetere il test muscolare per verificare l’eventuale indebolimento del muscolo. Esercitare una pressione in qualsiasi direzione la vertebra sia suscettibile di sublussarsi e ripetere il test muscolare. Annotate tutte le direzioni che hanno provocato una debolezza.

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CORRELAZIONE MUSCOLO-VERTEBRALE

Kinesiologia Applicata 
FLOWCHART  MANUAL _ David Leaf

Trattazione

Dopo la messa a punto da parte di Rees della linea Temporosfenoidale, si scoprì che esisteva una associazione tra alcuni muscoli e vertebre. Qui di seguito riportiamo le associazioni muscolo-vertebrali rinvenute tramite i test muscolari, ricordando che non sempre tali associazioni sono presenti e a volte i segmenti possono variare.

CORRELAZIONE MUSCOLO-VERTEBRALE

Riflessi NeuroLinfatici

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Storia

La loro natura, di riflessi che influenzano il drenaggio linfatico di organi specifici, fu rilevata per primo da Frank Chapman D.O. negli anni ’30. Nel 1965 Gooheart mise in relazione i punti riflessi linfatici con alcune disfunzioni muscolo-organiche.

Localizzazione

Si trovano a coppie, sia anteriormente che posteriormente, associati a ciascuna relazione muscolo-organo. I riflessi si situano lungo i muscoli del collo, della schiena, del torace, dell’addome e delle cosce.

Trattamento

Esercitare una pressione decisa sui riflessi e manipolare in senso rotatorio. La durata del trattamento varia da alcuni secondi fino a 8-10 minuti. Non esagerare con la stimolazione perché affaticherebbe il punto, provocando, disagio al paziente.

Sintomi

A parte quelli ovvi quale l’edema, sia di tipo depressibile che localizzato come in un trauma articolare, indichiamo di seguito alcuni segni di possibile congestione linfatica:
– dolore di muscoli e organi, 
– infezioni quali tonsilliti, otiti, infezioni polmonari, ecc.
– debolezza dovuta a sforzi prolungati, quali salire le scale.

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I Cinque Fattori del Forame Intervertebrale

Kinesiologia Applicata 
FLOWCHART  MANUAL _ David Leaf

Già nel 1970 George Goodheart aveva determinato sei dei maggiori squilibri o difetti del corpo che possono causare debolezza muscolare e malfunzionamento degli organi. Uno di questi era lo squilibrio nutrizionale, vale a dire un problema di origine chimica. Gli altri erano scompensi di tipo strutturale denominati “i cinque fattori del FIV” (forame intervertebrale).

Alterazioni chimiche, emotive o strutturali dell’omeostasi del corpo si manifestano con una debolezza della muscolatura, e vi sarà una disfunzione di almeno uno dei cinque fattori.

Secondo il Dr. Goodheart in ogni forame intervertebrale troviamo:

  1. un nervo
  2. un vaso sanguigno
  3. un vaso linfatico
  4. liquido cerebrospinale
  5. un connettore dei meridiani di agopuntura.

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Storia kinesiologia Applicata

Kinesiologia Applicata 
FLOWCHART  MANUAL _ David Lea

La kinesiologia Applicata è frutto della mente curiosa del Dr. Goodheart.

Agli inizi degli anni ’60, egli iniziò a ricercare le cause e gli effetti degli indebolimenti muscolari, aggiungendo di anno in anno nuove scoperte e conoscenze.

I momenti culminanti nella storia della kinesionologia furono:

1964 Primo libro sui test muscolari
1966 Riflessi Neurolinfatici
1967 Riflessi Neurovascolari
1969 Movimento basilare del cranio
1970 Relazione con i punti di agopuntura
1974 Localizzazione terapeutica
1976 Correzioni dell’articolazione temporomandibolare
1980 Tecnica PR
1982 Stiramento / Controstiramento
1988 Riflessi Spondilogenici

International College of Applied Kinesiology

Il college fu costituito nel 1975 per coordinare il lavoro di quanti stavano insegnando la kinesiologia applicata all’epoca. L’associazione è formata da un gruppo multidisciplinare di professionisti che si dedica alla promozione della K.A. Alla fine degli anni ’80 furono costituite varie branche negli Stati Uniti, in Canada, in Europa e in Australia.

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