DIAGNOSI DIFFERENZIALE
Punti Trigger MioFasciali
Per diagnosticare un PT MioFasciale attivo, occorre cercare:
- Una anamnesi di comparsa acuta, durante o poco dopo uno sforzo con sovraccarico, oppure la comparsa graduale del per un eccessivo carico sul muscolo colpito;
- Caratteristiche distribuzioni topografiche del dolore, proiettato dai PT miofasciali, specifiche per i singoli muscoli;
- Debolezza e limitazione della possibilità di movimento e di allungamento del muscolo affetto;
- Una bandeletta contratta e palpabile del muscolo colpito;
- Una specifica dolenzia focale alla pressione digitale (PT), nella bandeletta costituita da fibre muscolari contratte;
- Una risposta in rapida contrazione locale, suscitata dalla palpazione a scatto o dalla puntura di un punto dolente (PT);
- La riproduzione del dolore lamentato dal paziente. con la pressione sul punto dolente (PT) o con la precisa introduzione cli un ago:
- L’eliminazione dei sintomi con la terapia rivolta specificamente al muscolo colpito.
È essenziale per la diagnosi, benchè non sia specifico, trovare un punto di dolenzia locale (n. 5). I numeri 6 e 7, risposta in rapida contrazione locale e riproduzione del dolore. quando sono presenti, sono segni specifici e fortemente diagnostici di un PT miofasciale. La presenza degli altri segni clinici conferma ulteriormente la diagnosi che, per motivi amministrativi o assicurativi, può essere classificata come miofascite di un dato muscolo.
Punti Trigger non _ MioFasciali
Punti trigger cutanei e cicatriziali;
Punti trigger fasciali e lamentosi;
Punti trigger periostali;
Agopuntura e punti trigger;
Punti motori e punti trigger.
Quest’ ultimi li tratteremo nei prossimi articoli.