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Protocollo Diagnostico

TECNICHE ENERGIA MUSCOLARE

L’obiettivo dell’osteopata sta nell’interpretare il modo di funzionare di un essere umano sul piano fisico (quindi strutturale e metabolico), mentale e psichico.

Egli ricerca ciò attraverso la valutazione funzionale dell’apparato muscolo-scheletrico, individuando ed interpretando la cosiddetta “disfunzione somatica”.

La valutazione osteopatica, si avvale, dopo accurata anamnesi, dei normali metodi di diagnosi clinica, ma soprattutto di osservazione e palpazione.

Si è detto che la disfunzione somatica, qualunque sia la sede di indagine, viene classificata attraverso tre criteri:

  • simmetria reciproca di parti del sistema muscolo-scheletrico;
  • densità (consistenza) del tessuto testato;
  • ampiezza di movimento di un’articolazione o di un’area di tessuto.

Ogni professionista, seppur seguendo linee comuni, sembra utilizzare un diverso protocollo come processo diagnostico e questo porta alla scelta del tipo di trattamento che riterrà più idoneo.

Come sempre la posizione dell’operatore è fondamentale per una corretta valutazione e deve essere adeguata in rapporto alla posizione e alle caratteristiche morfologiche/cliniche del soggetto esaminato e all’area che si sta valutando.

TEST IN POSIZIONE ERETTA

Test 1 – Cammino (classe 1)

Descrizione: l’operatore chiede al paziente di camminare verso e lontano da lui monitorando l’intero corpo e valutando:

  1. ampiezza della lunghezza del passo bilateralmente;
  2. cinematica del passo nello spostamento del carico da retropiede ad avanpiede;
  3. simmetria dei meccanismi di rotazione interna ed esterna dei 2 arti inferiori;
  4. eventuali limitazioni di flessione/estensione di caviglia, ginocchio ed anca;
  5. oscillazione dell’arto superiore;
  6. simmetria bilaterale del movimento crociato dei cingoli e degli arti;
  7. posizione del capo;
  8. anormalità nel movimento della colonna a livello di cingoli;
  9. differenze acustiche di battuta tra un appoggio e l’altro.

Note: Questo test dovrebbe essere usato selettivamente soprattutto quando la deambulazione sembra alterata o quando vi siano sintomi relativi ad essa. Personalmente ritengo che vi possano essere anche altre occasioni in cui l’operatore potrebbe ottenere informazioni dal soggetto osservandone la dinamica di cammino.

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