Muscolo Temporale
“Cefalea temporale e mal di denti mascellare”
La proiezione del dolore dai Punti Trigger (PT) del muscolo temporale copre principalmente la regione temporale, il sopracciglio, i denti superiori ed occasionalmente la mandibola e l’articolazione temporo-mandibolare (ATM); dai PT vengono anche proiettate dolenzia ed ipersensibilità dei denti superiori al caldo ed al freddo. Le connessioni anatomiche sono principalmente con l’osso temporale e la fascia nella fossa temporale, in alto, ed in basso con il processo coronoideo della mandibola. Le azioni di questo muscolo consistono principalmente nella chiusura delle mascelle. Le fibre posteriori e medie, se attivate bilateralmente, fanno retrarre la mandibola; unilateralmente, deviano la mandibola verso lo stesso lato. I sintomi sono: dolore sull’area temporale, spesso ipersensibilità e dolore sordo nei denti superiori, e qualche volta la consapevolezza del paziente di un contatto dentale precoce. L’attivazione dei Punti Trigger può essere dovuta a lunghi periodi di immobilizzazione mandibolare (in posizione aperta o chiusa), a brussismo, al digrignare i denti, ad una disarmonia occlusale, all’esposizione ad una corrente fredda direttamente sul muscolo affaticato, ed a trauma diretto sul muscolo.
I PT del temporale possono anche svilupparsi secondariamente come PT satelliti dei PT primari dello sternocleido-mastoideo o del trapezio superiore. L’esame del paziente evidenzia un’anormale Test delle Tre Nocche (in questa patologia solitamente si riescono a inserire solo 21/2 nocche) e, qualche volta, una malocclusione. Per l’esame dei Punti Trigger di questo muscolo, è necessario anzitutto che la bocca sia aperta di almeno 2-3 centimetri, vicino alla metà dell’escursione possibile della mandibola. I PT vengono solitamente reperiti su una linea orizzontale, a circa un dito traverso sopra l’arcata zigomatica. Lo stiramento e lo spruzzo sono effettuati mettendo in posizione orizzontale il capo del paziente (guardando in alto) e con un’auto-stiramento passivo applicato dal paziente, in modo da aprire il più possibile le mascelle, mentre l’operatore dirige lo spruzzo refrigerante sul muscolo e sulle sue zone di proiezione del dolore. L’iniezione e lo stiramento sono efficaci, benchè l’iniezione rischi di ledere l’arteria temporale. Tra le azioni correttive vi sono l’eliminazione dei fattori perpetuanti sistemici, ed un programma domiciJiare, che includa l’Esercizio di Auto-Stiramento Mandibolare, un esercizio di resistenza attiva degli elevatori della mandibola, un’attività di sbadiglio portata all’estremo e un auto-stiramento in posizione supina con auto-spray. Occorre correggere l’eventuale malocclusione che rimane dopo terapia, con un fissatore occlusale e dopo l’inattivazione dei PT.