Stimoli DIRETTI – INDIRETTI
Reperti all’esame obiettivo.
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Quando i PT attivi sono presenti, l’allungamento passivo o attivo del muscolo colpito aumenta il dolore. Questa risposta è stata dimostrata in una serie di pazienti.
Stirando il muscolo, circa alla lunghezza alla quale inizia il dolore, appare anche l’attività EMG (spasmo protettivo) del muscolo. Essa aumenta ulteriormente la tensione sulle fibre muscolari e rende ancora più doloroso l’ulteriore allungamento. Lo spasmo blocca l’ulteriore allungamento del muscolo, a meno che vengano presi dei provvedimenti terapeutici per inibire tale risposta.
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La possibilità di allungamento passiva è limitato.
L’aumentata tensione delle bandelette contratte non permetterà al muscolo di estendersi fino alla sua completa lunghezza. Tentativi forzati di fare ciò sono particolarmente dolenti.
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Il dolore aumenta quando il muscolo colpito è fortemente contratto contro una resistenza fissa.
Questo effetto dei PT è particolarmente marcato quando il muscolo è posto in una posizione di accorciamento prima dello sforzo di contrazione.
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La massima forza contrattile di un muscolo colpito è diminuita.
La debolezza può solitamente essere dimostrata studiandone la forza, e non è associata con atrofia del muscolo o con dolore, a meno che il paziente non sia spinto allo sforzo massimo.
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Dolenzia profonda e disestesia sono comunemente proiettati dai PT attivi miofasciali alla zona del dolore proiettato.
Queste alterazioni sensitive trovate nelle regione dove il paziente si lamenta del dolore sono doppiamente fuorvianti per la persona non competente.
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Disturbi funzionali non sensitivi sono qualche volta indotti nella zona di proiezione di un PT miofasciale.
I disturbi autonomi proiettati comprendono un’aumentata attività vasomotoria (pallore durante la stimolazione del PT miofasciale, iperemia di ritorno dopo la sua inattivazione), lacrimazione e coriza, aumentata attività sudorifera ed attivazione pilomotoria (pelle d’oca). Si ha anche un aumento elettromiografico nell’attività dell’unità motoria dei muscoli, all’interno della zona di proiezione del dolore.
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Alla palpazione il muscolo nelle immediate vicinanze di un punto trigger è percepito come contratto.
Questi indurimenti palpabili sono stati descritti come “noduli fibrositici”, “miogelosi”, “viscosità” e “bandelette tese” o “bandelette palpabili” come noi li chiamiamo. E’ da notarsi che la tensione delle fibre muscolari, legate ad un PT, sparisce spesso immediatamente dopo il trattamento efficace del PT.
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Il punto trigger è riscontrato in una bandeletta palpabile come zona chiaramente circoscritta di particolare dolenzia.
C’è chiaramente un punto di massima dolenzia; la sensibilità è minore quando la pressione digitale è applicata a pochi millimetri a lato del punto.
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La pressione digitale applicata su un punto trigger attivo crea solitamente il “segno del salto”.
Il dolore locale da PT, sproporzionato alla pressione applicata, può essere così intenso da far si che il paziente “salti” e gridi. Questa risposta totale è chiamato “il segno del salto”.
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La palpazione a scatto del PT frequentemente evoca una rapida contrazione locale.
Clinicamente, questa risposta, è più facilmente stimolata nei PT attivi dei muscoli superficiali. Tale risposta può anche essere ottenuta da qualche PT latente. E’ più facilmente dimostrata in alcuni muscoli, come lo sternocleidomastoideo, il gran pettorale, il deltoide, il gran dorsale, l’estensore del 3° dito, il brachioradiale, il vasto mediale e il grande gluteo, piuttosto che in altri muscoli. Studi elettromiografici hanno dimostrato risposte dell’unità motoria solo in un limitato gruppo di fibre muscolari, durante una rapida contrazione: teli fibre, da cui si otteneva la risposta erano localizzate là dove veniva percepita la bandeletta palpabile.
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La pressione moderata e protratta su di un punto trigger sufficientemente irritabile, causa o intensifica il dolore nella zona di proiezione di quel PT.
Se un PT è sufficientemente attivo da causare dolore al riposo, la ferma pressione applicata ad esso induce solitamente un dolore proiettato, che segue la distribuzione specifica di quel PT. La distribuzione topografica del dolore proiettato causato da un PT è osservata anche quando un ago penetra in un PT, ad esempio durante le infiltrazioni. Comunque se il PT causa spontaneamente un grave dolore proiettato perché è già massimamente attivato, l’ulteriore pressione non può aumentare il dolore.
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La cute di alcuni pazienti manifesta dermografia o panniculosi nell’area sovrastante i PT attivi.
Questi fenomeni sono più facilmente osservabili nella cute della schiena, nelle aree toraciche superiori e lombo sacrali. La panniculosi è identificata con test positivo di rotolamento della cute. Non è frequente nel caso di PT di altre aree somatiche.